Il 4 giugno la seconda serata della rassegna “Ethnika 2011” ha completato il percorso “di qua e di là dell’Oceano” che ne era il tema conduttore. Dopo il gaitero asturiano Hevia, al Palais Saint-Vincent si è, così, ascoltato il country d’autore degli eporediesi “Branco Selvaggio” e, soprattutto, il folk rock della storica band inglese “Matthews Southern Comfort”, guidata Iain Matthews McDonald. A saltare di qua e di là dell’oceano il sessantacinquenne cantautore inglese è abituato, ormai, da più di quarant’anni. Per scelte di vita, ma, anche, per collaborare coi grandi del folk rock mondiale. Tra il 68 e il 69 fu, per esempio, la voce solista dei primi due album dei mitici “Fairport Convention”, dove, pur schiacciato da personalità come Sandy Denny e Richard Thompson, riuscì a conquistarsi un suo spazio interpretando pezzi come “Sun Shade” e, soprattutto, “Meet on the ledge”.
Nel 1970 poi, formati i Matthews Southern Comfort, arrivò in testa alle classifiche inglesi con la cover di “Woodstock” di Joni Mitchell. Stabilitosi negli Stati Uniti ha ottenuto altri successi (“Shake It” nel 1978) e collaborato con artisti come David Surkamp, leader dei Pavlov’s Dog, ed Elliot Murphy. Recentemente ha riformato i Matthews Southern Comfort con B.J. Baartmans (chitarra, mandolino e voce), Bart De Win (pianoforte e voce) e Elly Kellner (chitarra e voce). Nononostante un’avventuroso viaggio ed un Palais purtroppo semivuoto, il gruppo è stato protagonista di una performance di altissima classe, equamente divisa tra i pezzi dell’ultimo cd “Kind of new” e la rivisitazione di antichi inni, sia propri, come l’incantata “D’Arcy Farrow”, che di altri autori (come James Taylor e Joni Mitchel) . Finale, naturalmente, con “Woodstock”, la canzone simbolo di un’intera generazione.
Bene, sono arrivato al figlio di Dio
Stava camminando lungo la strada
e gli ho chiesto di dirmi dove stava andando
Questo è quello che mi ha detto:
sto scendendo alla fabbrica di Yasgur
entrerò in una band rock and roll
riavrò il mio posto e libererò la mia anima
Siamo polvere di stelle, siamo dorati
Siamo carbone antico miliardi di anni
e dobbiamo ritornare nel giardino
Beh, allora posso girovagare vicino a te?
Devo andare a perdere il fumo
e mi sento un ingranaggio in qualcosa che gira
e forse è il periodo dell’anno
Si, e forse è il momento dell’uomo
e non so chi sono ma la vita è fatta per imparare
Siamo polvere di stelle, siamo dorati
Siamo carbone antico miliardi di anni
e dobbiamo ritornare nel giardino
Attraverso il tempo abbiamo preso Woodstock
Eravamo la metà di un milione
e dappertutto c’era una canzone e un festeggiamento
e ho sognato di vedere gli aerei bombardieri di morte
che cavalcavano i cannoni nel cielo
girando come farfalle sopra la nostra nazione.